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5. Per la critica delle fonti: come non farsi ingannare

Indice dei riferimenti e approfondimenti

Riferimenti

Che raccontano tutti versioni diverse.

Ai giornalisti pronti a dare credito all’ultimo papiro ritrovato come se contenesse la verità sarebbe bastato dare un’occhiata alla voce di Wikipedia in inglese sulla vita del filosofo. Di questa fonte, in generale, è bene non fidarsi mai del tutto, ma permette di capire, con precisi riferimenti, la varietà dei resoconti relativi alla morte del filosofo: «A variety of sources have given accounts of Plato’s death. One story, based on a mutilated manuscript, suggests Plato died in his bed, whilst a young Thracian girl played the flute to him. Another tradition suggests Plato died at a wedding feast. The account is based on Diogenes Laertius’s reference to an account by Hermippus, a third-century Alexandrian.[According to Tertullian, Plato simply died in his sleep. According to Philodemus, Plato was buried in the garden of his academy in Athens, close to the sacred shrine of the Muses. In 2024, a scroll found at Herculaneum was deciphered, that says that before death Plato “retained enough lucidity to critique the musician for her lack of rhythm, and that he was buried ‘in his designated garden in the Academy of Athens”». Quella che molti danno come la verità è solo una delle tante possibili narrazioni.

 

Durante il suo soggiorno in Sicilia.

La fonte più nota, e più dettagliata, sui soggiorni siciliani di Platone (non fu uno solo ma, stando a questo e altri resoconti, tre) è la Settima lettera attribuita allo stesso filosofo. Una versione è contenuta in Platone, Lettere, SE, Milano, 2019. Si tratta di un testo di notevole interesse, anche strettamente filosofico, ma si continua a discutere sulla sua effettiva paternità, e quindi anche sulla veridicità della narrazione, che vi è contenuta, dei suoi viaggi in Sicilia. Che si sia recato nell’isola, e in particolare a Siracusa, sembra quasi certo, quante volte e in quali circostanze è tuttora oggetto di dibattito

approfondimenti

Protocolli dei savi di Sion.

Le ricerche sulla storia dei Protocolli, della loro fabbricazione, della loro circolazione e dei loro usi sono molte. Rimane classico N. Cohn, Licenza per un genocidio. I protocolli degli anziani di Sion: storia di un falso, Einaudi, Torino, 1969, di recente ripubblicato da Castelvecchi editore. Importante l’analisi anche filologica di C. de Michelis, Il manoscritto inesistente, Marsilio, Venezia, 1998. Ha avuto ampia circolazione Hadassa ben-Itto, The Lie that Wold’nt Die: the Protocols of the Elders of Zion, Vallentine Mitchell, London, 2005.

 

In cui vuole credere.

C’è un saggio di Richard Hofstadter (1916-1970), pubblicato di recente in italiano: Lo stile paranoide nella politica americana, Adelphi, Milano, 2021. Anticipava già quando fu scritto (1964) la tendenza soprattutto della destra statunitense a fabbricare notizie che corrispondessero alle sue rappresentazioni e ai suoi timori, e a rifiutare qualsiasi smontaggio critico di tali “notizie”. Tra queste, lo storico statunitense cita la diceria secondo la quale la decisione dello stato di California di introdurre fluoro nell’acqua potabile per ridurre le patologie dentarie sarebbe stata in realtà un avvelenamento di massa: una leggenda sorprendentemente simile a quelle che sarebbero state fatte circolare, quasi sessant’anni dopo, dai No-Vax, i gruppi contrari ai vaccini contro il Covid-19. L’uso massiccio dei social media non ha creato le fake news dal nulla, le ha rese più pervasive e ne ha favorito una più rapida circolazione.